Ecco alcuni pratici consigli della consulente del sonno per avere un bambino più rilassato e felice e una mamma più riposata.
I ritmi di sonno e veglia sono una parte fondamentale su cui impegnarsi per avere non solo dei bambini felici, ma anche dei genitori sereni. Christina Lubrano, educatrice del sonno, da anni aiuta le famiglie a mettere in atto le migliori tecniche e strategie. Ecco alcuni consigli.
1. Riconosci i segni della stanchezza nel tuo bambino
I bambini ci comunicano quando è arrivato il momento della nanna. È, quindi, utile fare attenzione ad alcuni fra i più comuni segni comuni di stanchezza:
- sfregamento degli occhi
- sbadigli
- agitazione
Insomma, non bisogna aspettare che i bambini siano troppo stanchi per metterli a letto. I piccoli, se esausti, hanno più difficoltà ad addormentarsi e a rimanere addormentati.
Il segreto? Stare sempre un passo avanti cogliendo i segni della sonnolenza, dato che dopo, facilmente, diventeranno irritabili e pronti a fare i capricci.
2. Imposta il ciclo del sonno giorno-notte
Già a partire da quando i bambini hanno 2 settimane bisogna insegnargli che “la notte è quando dormiamo e il giorno è quando ci divertiamo”.
Durante le ore diurne, si consiglia di stimolarli e di farli partecipare ad attività, giocare con loro, parlare. Non solo: anche dopo che hanno mangiato, buona cosa sarebbe cercare di tenerli svegli (senza incaponirsi! Un sonnellino non farà male a nessuno).
Quando si fa buio, i genitori possono diventare più silenziosi e più calmi. Con l’arrivo della sera, infatti, giunge il momento di ridurre gli stimoli. Ad esempio: si tengono le luci basse e il rumore al minimo. A poco a poco, i figli imparano quanto il giorno sia divertente e quanto la notte sia la fase della quiete. E proprio per questo… si addormenteranno con più facilità.
3. Fatelo dormire vicino a voi almeno fino a un anno di età
La presenza materna è importante nel primo anno di età non solo per rendere il bambino più fiducioso e rilassato, ma anche per regolare i suoi ritmi fisiologici. Secondo il dottor James McKenna, massimo esperto del sonno infantile e docente all’università di Notre-Dame, il contatto fisico tra la madre e il suo piccolo, in particolare nella fase di riposo, è in grado di regolare la frequenza respiratoria, il battito cardiaco e i livelli di cortisolo (ovvero, l’ormone dello stress).
Hai bisogno di altri consigli? Ti consigliamo di leggere Le 10 regole del sonno perfetto.