Cookies

Skip to content

Sorvegliare la baby-sitter, è legale?

Sempre più genitori prendono in considerazione l’utilizzo di dispositivi di sorveglianza domestica, o telecamere per sorvegliare tate, baby-sitter dei loro figli.

Prima di prendere questa decisione però è importante essere informati e pensare ai vantaggi o alle conseguenze dell’utilizzo di questi dispositivi.

Cosa ne pensano le baby sitter sulle telecamere di video sorveglianza?

Studi e sondaggi dimostrano che il personale domestico non è necessariamente contrario alla videoregistrazione è solo che vogliono saperlo. b

La fiducia, il rispetto e la trasparenza sono un aspetto molto importante nella relazione tata-genitore. 

Se la tua tata scopre che usi una videocamera  e non l’hai informata, potrebbe pensare che non ti fidi di lei. 

Prima di assumere una baby sitter , chiedi referenze, assicurati e approfondisci la conoscenza sulla persona che andrai ad assumere.

Se poi decidi di configurare una videocamera, devi sempre informare la baby sitter, tata o colf che intendi assumere attraverso il consenso informato.

È legale usare una telecamera nascosta?

La questione è stata decisa dalla Cassazione con una sentenza (Cass. sent. n. 36109/18 del 27.07.2018).

Si può usare la telecamera per riprendere altre persone alle seguenti condizioni:

  • la ripresa non può avvenire presso l’abitazione o gli altri luoghi di privata dimora del soggetto registrato;
  • il soggetto che riprende deve essere attore della scena oggetto di registrazione: non può ciò azionare il registrare e andare via.

In tali ipotesi si configura il reato di interferenze illecite nella vita privata altrui, reato per il quale il codice penale, prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni.

Tuttavia non è legale lasciare una telecamera, così come anche un registratore, per captare ciò che avviene in propria assenza. E ciò perché l’autore di tale condotta lo fa per osservare a distanza ciò che avviene in propria assenza.

Quando è possibile utilizzare una videocamera per baby sitter?

L’utilizzo di telecamere in casa per controllare la colf è dunque possibile ma, nel rispetto della normativa sulla privacy, è necessario rispettare una sola condizione:

bisogna informare la colf della presenza della telecamera nell’appartamento e chiederle il consenso al trattamento dei dati. 

Non dimentichiamo infatti che la legge sulla privacy  stabilisce che «Nell’ambito del rapporto di lavoro domestico e del telelavoro il datore di lavoro è tenuto a garantire al lavoratore il rispetto della sua personalità e della sua libertà morale.

Il lavoratore domestico è tenuto a mantenere la necessaria riservatezza per tutto quanto si riferisce alla vita familiare».

Il Jobs Act ha parzialmente modificato lo Statuto dei lavoratori liberalizzando l’uso di telecamere e sistemi di videoripresa dei lavoratori a condizione che:

  • il controllo non sia volto a verificare la qualità della prestazione lavorativa (ad esempio: installo la telecamera solo per vedere se la badante è dolce con mio nonno, se esce 10 minuti prima da casa, ecc.), ma solo per evitare il rischio di commissione di reati (ad esempio: la babysitter che picchia il bambino);
  • il controllo sia stato preventivamente autorizzato dalle rappresentanze sindacali o dalla Direzione territoriale del lavoro (Dtl). Si dovrebbe ritenere – essendo, quelli dei lavoratori, diritti “indisponibili” – che anche il semplice consenso informato del dipendente, che accetti espressamente la videoripresa durante le sue attività, non sia di per sé sufficiente ad escludere l’accordo con i sindacati o l’autorizzazione amministrativa della Dtl;
  • il controllo sia volto a salvaguardare l’azienda, la sicurezza del lavoro e del patrimonio aziendale. Le telecamere non devono essere rivolte a verificare la qualità della prestazione lavorativa (insomma, tanto per capirci, esse non possono servire a stabilire chi lavora meglio e col sorriso sulle labbra, e chi invece sbuffa e fa controvoglia il proprio lavoro).

Quale videocamera scegliere? Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione?

Ci sono una varietà di telecamere disponibili oggi sul mercato. Qaulescegliere.it ci dà una serie di fattori da tenere in considerazione:

1. Trasmissione dati

Quasi tutte le videocamere di sorveglianza trasmettono i dati attraverso un collegamento WiFi, senza fili, al router di casa o a una centralina, in caso si sia installato un sistema completo.

Mentre sono ancora poche le videocamere alimentate a batteria, e quasi tutti i modelli, sia per interni sia per esterni, si affidano ancora all’alimentazione da rete domestica. Il motivo è semplice: l’alimentazione da rete elettrica garantisce la continuità della sorveglianza, mentre le batterie possono lasciare un momento di mancata copertura tra lo scaricamento e la sostituzione.

2. Connettività

Il secondo fattore da tenere in considerazione nella scelta di una telecamera di sorveglianza è quello relativo alle funzioni remote che sono rese disponibili dalla connessione, sia questa WiFi o via cavo.

A differenza delle telecamere della generazione precedente, infatti, quelle attuali si appoggiano a internet per un numero di funzioni fondamentali precedentemente affidate, nella loro versione meno evoluta, a videoregistratori e centraline di controllo, come il salvataggio in remoto dei filmati registrati e la gestione della telecamera attraverso un portale web o applicazione mobile dedicati. Si tratta di servizi più o meno estesi a seconda del modello e del produttore, e che possono essere gratuiti o a pagamento.
Tra le funzionalità rese possibili dalla connessione a internet, quelle più comuni sono:

  • Salvataggio filmati: molto spesso, le telecamere di sorveglianza offrono la possibilità di salvare le riprese effettuate su un servizio cloud, vale a dire su uno spazio dedicato su un server remoto, in aggiunta o in alternativa al salvataggio in locale, su computer o su scheda Micro SD
  • Accessibilità: molti produttori mettono a disposizione un portale dedicato online attraverso il quale accedere da qualunque località e dispositivo ai propri filmati salvati e/o direttamente alla telecamera, con la possibilità di vedere le riprese in tempo reale e controllare i movimenti della videocamera (se previsti)
  • Applicazioni smart: in tanti casi, è possibile effettuare le stesse operazioni, anziché da portale web, attraverso un’applicazione gratuita per dispositivi mobili
  • Controllo remoto: molto spesso, da portale e/o da app, è possibile anche gestire e programmare l’attività della telecamera, pianificando l’avvio delle riprese a orari determinati e scegliendo se e quando ricevere notifiche, come vedremo meglio tra poco

3. Funzionamento

Il terzo fattore che abbiamo individuato come decisivo nella scelta della telecamera di sorveglianza è quello relativo al suo funzionamento, che riguarda due aspetti distinti: da un lato, la quantità e ampiezza di movimenti che la videocamera può effettuare, da cui dipendono le dimensioni della superficie controllabile, dall’altro, la possibilità offerta all’utente di gestire l’attivazione della videocamera.

L’utilizzo di una telecamera di sorveglianza offre ad alcuni genitori tranquillità e fiducia.

I movimenti di cui è capace o meno la telecamera di sorveglianza determinano quale copertura visiva essa è in grado di offrire. I modelli più semplici sono fissi, senza la possibilità né di effettuare panoramiche, né di alzare o abbassare il punto di vista: in questi casi, l’ampiezza di visuale è di solito affidata ad un obiettivo grandangolare, che può arrivare ad avere un angolo di visuale di 75°.
I modelli di videocamera più avanzati, però, consentono di spaziare su una più ampia porzione di campo grazie al movimento motorizzato sui due assi, orizzontale e verticale. In panoramica, le telecamere migliori sono in grado di offrire una copertura quasi totale, ruotando fino a 355° sull’asse orizzontale, mentre l’escursione sull’asse verticale si attesta al massimo sui 120°.

4. Zoom

Le capacità di zoom delle telecamere di sorveglianza sono in generale piuttosto limitate, e raramente gli ingrandimenti sono ottenuti per mezzo del gruppo ottico, e molto più spesso per intervento digitale. La messa a fuoco ottica è qualitativamente superiore a quella digitale, che comporta una perdita di nitidezza dell’immagine che la messa a fuoco ottica non subisce.
Indicativamente, i migliori modelli possono arrivare a 8x ingrandimenti, mentre i più economici ne sono completamente privi e fanno affidamento su un fuoco fisso con buona profondità di campo.

5. Attivazione

All’utilizzatore della telecamera di sorveglianza è affidato un certo livello di controllo su come e quando questa debba effettuare riprese. Pressoché tutte le videocamere in commercio prevedono come minimo l’attivazione automatica delle riprese ogniqualvolta viene rilevato un movimento all’interno dell’inquadratura, mentre i modelli più avanzati prevedono anche altre opzioni, come l’attivazione delle riprese ad orari programmati della giornata o la ripresa in continuo attivata manualmente da pannello di controllo.

4. Allarmi

Il tipo di allarmi e di indicazioni che si possono ricevere da una telecamera di sorveglianza varia molto a seconda del modello prescelto, ed è fondamentale tenere in considerazione anche questo aspetto quando se ne valuta l’acquisto.
Infatti, tra le potenzialità più interessanti delle telecamere di sorveglianza vi è la possibilità di monitorare in tempo reale gli avvenimenti ripresi dalla videocamera. Ciò avviene non soltanto, come abbiamo già visto, con l’accesso remoto alla videocamera, ma anche attraverso un ventaglio di avvisi che è possibile ricevere in tempo reale.
Andiamo a vedere quali sono i principali tipi di avviso che una telecamera di sorveglianza può inviare.

5. Allerta email

Un servizio offerto da praticamente tutti i modelli, anche i più economici, è l’invio di notifiche email ogni volta che un movimento sospetto viene registrato dalla telecamera. Come abbiamo visto, infatti, l’attivazione tramite sensore di movimento è una feature comune a tutte le telecamere moderne. Nell’email inviata sono tipicamente contenuti data e ora del rilevamento e tre o più fotogrammi scattati dalla videocamera. Alcuni modelli possono prevedere anche l’invio di una breve clip filmata.

6. Notifiche push

In alcuni casi, per quei modelli che prevedono l’integrazione con un’applicazione mobile apposita, è possibile ricevere lo stesso tipo di avviso attraverso l’app anziché l’email, con l’invio di una notifica push simile a quelle che vengono ricevute, ad esempio, quando viene ricevuta un’email o un messaggio di testo.

1. Eufy
Telecamere di sicurezza domestica wireless eufy Security eufyCam 2, 365 giorni di durata batteria, HD 1080p, IP67, visione notturna, compatibile con Amazon Alexa
2. Imou
Telecamera Wi-Fi Interno, Imou 1080P Telecamera IP di Sorveglianza, Tracciamento del Movimento con Sirena, Baby Monitor con AI Rilevamento Umano, Audio Bidirezionale & Visione Notturna

Gli asili nido in Italia hanno iniziato ad utilizzare le videocamere?

Con un emendamento al Decreto Sblocca Cantieri  diventa obbligatoria l’installazione di telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso all’interno delle aule di nidi, scuole di infanzia, centri di recupero per minori e ospizi. La Commissione europea che, in risposta a un’interrogazione parlamentare, aveva precisato che “l’installazione di sistemi di videosorveglianza per la protezione e la sicurezza di bambini e studenti nei centri per l’infanzia, negli asili nido e nelle scuole può essere legittima, purché siano rispettati i princìpi della protezione dei dati”.

Un orientamento ribadito anche dal Garante per la protezione dei dati personali nel 2013.

La  tutela dell’incolumità fisica dei minori venne allora definita una «finalità senz’altro lecita».

Inoltre “è di tutta evidenza che in Italia milioni di persone ogni giorno lavorano serenamente in ambienti videosorvegliati, grazie a tutti gli accorgimenti e le precauzioni del caso, senza che alcun loro diritto venga leso”.

La stessa Corte di Cassazione aveva già stabilito che qualora i dipendenti abbiano prestato il loro consenso all’installazione delle telecamere non vi è alcuna violazione del diritto alla riservatezza.

Insomma, il disegno di legge di cui si parla oggi rappresenta il tentativo di individuare un punto di equilibrio tra la tutela della riservatezza e della libertà dei soggetti coinvolti e le esigenze di monitoraggio.

Nello specifico, l’articolo 1 stabilisce la possibilità per gli asili nido e le scuole dell’infanzia di dotarsi di un sistema di telecamere criptate a circuito chiuso al fine di garantire la sicurezza dei minori nelle medesime strutture.

Inoltre, viene stabilito che le registrazioni del sistema di videosorveglianza siano visionabili esclusivamente da parte delle Forze dell’ordine e solo dietro formale denuncia di reato alle autorità nel pieno rispetto della normativa sulla privacy.

L’articolo 2 prevede la possibilità per tutte le strutture assistenziali per anziani, per disabili e per minori in situazione di disagio, convenzionate o no con il Servizio sanitario nazionale, nonché per quelle gestite direttamente dalle aziende sanitarie locali a carattere residenziale e semiresidenziale di dotarsi di un sistema di telecamere criptate a circuito chiuso.

Anche in questo caso le registrazioni  sono visionabili esclusivamente da parte delle Forze dell’ordine e solo dietro formale denuncia.

Oltre a questo viene considerato necessario che il sistema di videosorveglianza sia caratterizzato da un sistema efficiente di sicurezza dotato di telecamere criptate a circuito chiuso in modo da evitare il rischio di incorrere in sistemi di controllo a distanza ritenuti illeciti.

Nello specifico, l’articolo 3 del presente disegno di legge stabilisce che le immagini riprese dalle telecamere siano automaticamente cifrate, al momento dell’acquisizione, già all’interno delle medesime telecamere.

Inoltre, il flusso di dati cifrati in output dalle telecamere, sprovviste di dispositivi di comunicazione con risorse esterne, viene trasmesso via cavo ethernet o con soluzione wi-fi cifrata a un server interno che non è configurato per la connessione alla rete internet, questo anche per evitare di incorrere nel rischio di atti di pirateria informatica.

Di fatto, la visione in chiaro delle immagini è preclusa a tutti, con la sola eccezione dell’autorità inquirente: ciò rende questa tecnologia, già in uso in diversi asili privati, del tutto imparagonabile a precedenti soluzioni già bocciate dal Garante per la protezione dei dati personali.

Fonti:

La legge per tutti

Agi.it

Qualescegliere.it

 

Questo post è stato utile?