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Perchè il sonno dei neonati è imprevedibile?

Caratteristiche del sonno neonatale

Grazia De Fiore – Consulente professionale allattamento-babywearing- svezzamento, sostiene che, capire il sonno del neonato è per i genitori il primo passo verso una migliore gestione di quello che una volta era il riposo notturno.

Chi è alla prima esperienza, se non adeguatamente informato, potrebbe vivere male questo cambiamento sopratutto nei primi mesi.

Il sonno è uno stato dell’essere umano che si modifica durante il processo di crescita e nel neonato è profondamente differente da quello di un bambino o di un adulto, basti pensare che nei primi mesi di vita il tempo trascorso dormendo è di circa 16-18 ore al giorno rispetto alle 8 ore dell’adulto.

Questo lungo tempo viene giustificato considerando che il sonno incide profondamente sulla crescita dei bambini influenzandone lo sviluppo cerebrale e della memoria, stimolando l’ormone della crescita, rinforzando il sistema immunitario, è perciò importante lasciare dormire il bambino per tutto il tempo che gli è necessario.

Molti genitori, soprattutto se alle prime esperienze, sono turbati o preoccupati per i frequenti risvegli notturni dei neonati e cercano disperatamente una soluzione al problema.

Spesso si ritrovano a proporre poppate di latte artificiale allo scopo di prolungare il sonno del neonato. C’è chi lo lascia piangere fino a quando non smette o chi per sfinimento ripiega con il lettone.

I risvegli notturni sono frustranti e faticosi per i genitori che non conoscono le fasi fisiologiche del sonno del neonato e che vivono l’aspettativa di un sonno continuativo senza risvegli.

Come affrontare il sonno del neonato

  • Dedicare maggior tempo alla poppata serale consente di poter allungare un po’ la prima fase del sonno,
  • Accettare la fisiologia del sonno del bambino, significa riconoscere la necessità di riposare quando lui dorme, a prescindere dall’ora segnata dall’orologio.
    Parte della letteratura disponibile parla del sonno del bambino come di un’attività che vada educata attraverso tecniche di addormentamento più o meno brusche. Si suppone, infatti, che un bebè possa essere accompagnato all’autonomia del sonno attraverso un corretto addestramento.
    Come in ogni cosa poi esistono le eccezioni insite nella differenza di ogni individuo, è possibile incontrare infatti bebè che dormano 4-5 ore di fila durante la notte.
  • Accompagnare i propri figli verso un ritmo di sonno che cambia nel corso del tempo, fino alla maturazione di sonno da adulto, è un’impresa obbligatoria ma difficile.
    Ogni genitore, attraverso la conoscenza minima dei parametri del sonno del neonato e l’ascolto del proprio bambino, può trovare una modalità ideale di sentirsi un genitore felice anche la notte.

10 REGOLE PER UN SONNO PERFETTO dalla Società Italiana Pediatria

La Società Italiana di Pediatria ha dedicato un approfondimento al sonno dei bambini.

Ecco le 10 REGOLE PER UN SONNO PERFETTO dalle quali lasciarsi ispirare.

1- RISPETTARE L’ORARIO DELLA NANNA TUTTE LE SERE.

Abituare il piccolo sin dalla tenera età ad
addormentarsi sempre alla stessa ora, adattando i ritmi della famiglia a quelli del bimbo e non viceversa (se si tiene sveglio il bambino perché il papà arriva tardi e vuole giocare si sposta in avanti tutto il suo sonno).

Le buone abitudini vanno mantenute e consolidate nell’arco della crescita, variandole in base all’età.

2- FAR DORMIRE IL BAMBINO SEMPRE NELLO STESSO AMBIENTE (che sia la sua cameretta o nei primi mesi quella dei genitori) adeguatamente preparato, con la giusta temperatura, con luci soffuse senza device accesi, ed eventualmente con una musica dolce e monotona di sottofondo.

Non farlo addormentare in ambienti diversi, come sul divano in sala mentre si guarda la televisione. Costruiamo e manteniamo gli stessi rituali di avvicinamento al sonno.

3- DISSOCIARE LA FASE DI ALIMENTAZIONE DA QUELLA DELL’ADDORMENTAMENTO.

Nei primi due o tre mesi di vita manca la fase di addormentamento, nel senso che non è possibile riconoscere con precisione
quando il bambino sta crollando. Nei mesi successivi invece appena si notano alcuni segnali (non succhia più con forza, chiude gli occhietti) si deve staccarlo dal seno e metterlo nel lettino.

4- RISPETTARE L’ORARIO DEI PASTI DURANTE IL GIORNO.

Anche se il bambino va al nido cercare di mantenere gli stessi orari del pranzo, merenda e cena, adeguando i nostri orari ai suoi.

5- MAI USARE IL TABLET O ALTRI DISPOSITIVI ELETTRONICI DOPO CENA. Spegnere tutto almeno un’ora prima dell’addormentamento. La luce dei device riduce la produzione della melatonina che favorisce l’addormentamento. Mantenere tutti gli apparecchi elettronici, inclusa la televisione, il computer e il cellulare fuori dalla stanza da letto.

6-NON DARE TROPPO CIBO O ACQUA PRIMA DI DORMIRE. 

Evitare il latte o altri liquidi compresa la
camomilla durante i risvegli, preferire piuttosto l’utilizzo di un oggetto consolatorio per riaddormentarsi, come il ciuccio per esempio.

7- REGOLARE CON ATTENZIONE L’ESPOSIZIONE ALLA LUCE.

Per il sonnellino pomeridiano mantenere la luce dell’ambiente; ridurre l’esposizione il più possibile per la notte; potenziare la luce appena svegli. Il nostro ritmo sonno veglia, come quello dei nostri figli, è governato dall’alternanza della luce e del
buio.

8- FAVORIRE UN’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA.

Con un adeguato introito di liquidi durante il giorno. Preferire cibi contenenti fibre e triptofano che è un precursore della melatonina, come carni bianche, pesce azzurro, verdure verdi, legumi e cereali.

9- NO AI BAMBINI NEL LETTONE.

Abituarli all’autonomia vuol dire anche lasciarli dormire nel proprio
ambiente. Nei casi di risveglio, riportarli sempre nel loro lettino

10- CONTROLLARE LA QUALITA’ DEL MATERASSO.

Un materasso per bambini deve adattarsi al peso e alla forma del corpo in costante mutamento durante la fase di crescita, dando un sostegno alla colonna vertebrale che è ancora in via di sviluppo e non deve essere compromessa. Il giusto spessore dovrebbe essere compreso tra i 10 cm e 13 cm. Inoltre il materasso deve avere un rivestimento sfoderabile e lavabile, in quanto i batteri che potrebbero formarsi sarebbero pericolosi soprattutto per un neonato.

 

Riferimenti:

  • GRAZIA DE FIORE
  • CHEDONNA.IT 
  • Società Italiana di Pediatria 

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